Giardini e rovine di Ninfa

Il giardino di Ninfa è stato dichiarato Monumento Naturale dalla Regione Lazio nel 2000 al fine di tutelare il giardino storico di fama internazionale.

Descrizione

Ninfa “Pompei del Medioevo”. Il tempo l’ha congelata seicento anni fa, ma oggi rivive nello splendido giardino ricco di essenze d’ogni luogo, nei ruderi delle chiese, di edifici privati e del castello, nel fiume trasparente e nel romantico laghetto. Ninfa oggi è il ricordo di una piccola ma florida città medievale, la cui vicenda si consumò nel volgere di circa 600 anni, tra la fine dell’VIII e la fine del XIV secolo; ed è una fantasmagoria di verde, fiori, alberi, cespugli, piante di ogni tipo, acqua, ricreata da un genius loci agli inizi di questi anni Venti. Il nome di Ninfa, gioioso e poetico, si fa risalire ad un piccolo tempio. Scomparso il tempio, scomparso il mito e scomparsa anche la città che ne trasse il nome, resta lo splendido giardino che ricopre muri e ruderi di chiese. La città nacque dopo che Papa Zaccaria ebbe in dono, verso la metà dell’VIII sec., le ampie proprietà agricole di Norma e, appunto, di Ninfa. Questa cominciò a trasformarsi da tenuta di campagna ad agglomerato urbano. Il fatto che essa sorgesse nei pressi della strada pedomontana che portava a Sud (la via consolare Appia era impercorribile per la palude), dette a Ninfa il potere di imporre un pedaggio a chi passava e di divenire polo strategico locale. Già nel 1159 era ricca di case e di chiese, tanto che Rolando Bandinelli, papa in pectore, ma inviso ai Colonna alleati di Federico Barbarossa, si rifugiò a Ninfa, dove venne incoronato Papa con il nome di Alessandro III nella chiesa di Santa Maria Maggiore, di cui restano le rovine. Ninfa raggiunse il massimo fulgore a partire dal 1297, quando Pietro Caetani, nipote di Bonifacio VIII, l’acquistò dagli Annibaldi per 200 mila fiorini d’oro (altri precedenti proprietari erano stati i Conti del Tuscolo, i Frangipane, i Conti). La città era già cinta da una doppia cerchia di mura, aveva un municipio (oggi palazzo di rappresentanza), chiese, strade, botteghe artigiane e commerciali. Pietro vi costruì la torre che domina tuttora il laghetto. Alla fine del secolo risale la costruzione del muro che, facendo da argine alle acque, crea il romantico specchio d’acqua. Le fortune di Ninfa durarono fino al febbraio 1382: in quell’anno, travolta da lotte fratricide, che culminarono nello scisma d’occidente, attuato a Fondi (Latina) da Onorato Caetani con la proclamazione di Clemente VII ad antipapa (1378), Ninfa fu totalmente distrutta, e non fu mai più ricostruita. La malaria fece il resto disperdendo i pochi contadini che erano rimasti sul posto. Alla fine del XV secolo di Ninfa esisteva solo il ricordo, tanto che nell’Ottocento il Gregorovius, visitandola, ebbe a chiamarla la “Pompei del medioevo”. La rinascita di quest’area è dovuta a Gelasio Caetani, che nel 1921 iniziò la bonifica della zona e il restauro dei ruderi (e in particolare della torre e del Municipio), avviando l’insediamento di alcune specie botaniche, sotto la guida della madre Aba Wilbraham Caetani, che aveva già iniziato l’impianto del giardino botanico di Fogliano (Latina). L’opera di Gelasio fu proseguita dal fratello Roffredo, dalla moglie di questi, Merguerite Chapin Caetani e dalla figlia Leila Caetani Howard. Il giardino è, dunque, il frutto di amorose cure e di geniali interventi botanici, che un microclima particolare ha esaltato: il sito di Ninfa, difatti, è protetto a Nord dalla sovrastante rupe di Norma, mentre il fiume che ha qui origine, fa da infallibile regolatore termico. Hanno, perciò, attecchito e seguono ormai un tranquillo ciclo vitale specie botaniche qui importate, sotto la guida di grandi tecnici a cominciare dagli stessi Caetani, da ogni regione climatica del mondo. Sono ormai migliaia le piante, gli endemismi, gli arbusti, le siepi, gli alberi insediati. Nel gennaio 1977 Leila Caetani moriva senza eredi. Con lei si estingueva dopo oltre 700 anni il casato. Per evitare la dispersione di un patrimonio naturale e culturale così grande, donna Leila, quando era ancora in vita, istituì la Fondazione “Roffredo Caetani di Sermoneta”, alla quale intestò la proprietà: un’azienda agricola, Ninfa e il Castello di Sermoneta. Il fiume Ninfa, che sorge presso la città formando l’omonimo laghetto, ospita nelle sue trasparenti acque la Trota macrostigma, importata migliaia di anni fa dall’Africa dai Romani. Il fiume scorre verso la pianura pontina e percorre una trentina di Km prima di immettersi nel fiume Sisto, che sfocia fra Terracina e il Circeo. E’ un prezioso serbatoio idrico, sia per l’irrigazione di migliaia di ettari di campi pontini, sia perché fornisce acqua a Latina, Norma, Bassiano e Sermoneta. L’OASI Attorno al nucleo di Ninfa è stata istituita dal 1976 un’oasi di protezione faunistica, di circa 1800 ettari, visitabile con l’assistenza della Fondazione “Roffredo Caetani”, del World Wildlife Fund (W.W.F.) del Lazio e della Lega Italiana per la Protezione degli Uccelli (L.I.P.U.). Vi sono state censite 152 specie ornitologiche. Tra i rapaci: Falco Pellegrino, Poiana, Allocco, Barbagianni; fra i trampolieri: Airone cenerino e rosso, Pavoncella; tra i passeriformi da segnalare il Pendolino, il Rigogolo, il Passero Solitario.

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Indirizzo

Via Provinciale Ninfina 68
04012

Cisterna di Latina

Orario per il pubblico

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Pagina aggiornata il 24/06/2024

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